L’ombra di Marco ormai è con noi. E forse di tutta la sua vita, così irresistibilmente generosa e partecipata, e del suo lavoro, così intenso e appassionato, Marco vorrebbe che si dicesse, col suo amato Noventa:

 

El poeta prepara una fiama,

Pian pianin… e el va via pian pianin.

Sue no xè che le prime falìve,

El va via… e nissùn savarà.

 

Ma il manuale di Marco ci dice il suo desiderio: di non limitare all’esperienza della propria personale soddisfazione il personalissimo suo percorso di lettore: il suo desiderio di creare un futuro non solo suo. Non è facile, concepire di poter rendere istituzionale ciò che è stato così intimo, irripetibile. Ma questo è il tentativo che vorrei provare a realizzare istituendo da quest’anno a Firenze presso la Fondazione Franceschini, con l’aiuto della famiglia di Marco, una borsa di studio a lui intitolata, nella quale spero che possano riconoscersi tutti i suoi molti amici.

Questo, Marco, mi sento impegnato a fare, per onorare pubblicamente l’amicizia che ci ha legato.

Tu intanto non ridere troppo di noi, aspetta almeno che arriviamo, a ridere insieme.

Ciao Marco, ciao caro.